Un viaggio intimo nella ritrattistica di fine Ottocento, guidati dagli occhi e dagli sguardi di Carlo Fornara, tra i maggiori interpreti dell’arte italiana della prima metà del XX secolo.
Casa de Rodis riapre le sue porte, dal 31 maggio al 31 ottobre 2015, con la mostra Carlo Fornara e il ritratto vigezzino, curata da Annie-Paule Quinsac, presentando 70 opere, tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dalla Collezione Poscio e da altre Collezioni private.
L’itinerario allestito all’interno di Casa de Rodis propone una prima sezione sulle radici della ritrattistica vigezzina, quindi le origini e la formazione della vera e propria Scuola di Belle Arti che si costituisce nell’Ottocento.
Qui saranno presentate anche due tele del pittore francese Adolphe Monticelli, punto di riferimento per Van Gogh, conosciuto personalmente da Enrico Cavalli, che seppe trasmettere agli allievi della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, le folgorazioni coloristiche del maestro di Marsiglia. Importati in valle Vigezzo dalla famiglia del pittore Gian Maria Rastellini, che ne costituì la prima raccolta in Italia, i dipinti di Monticelli hanno avuto un grande influsso su Fornara e sui suoi compagni più dotati.
L’esposizione analizza il legame di Carlo Fornara con la tradizione figurativa della valle Vigezzo, in Val d’Ossola, regione di frontiera e sin dal Settecento fucina di pittori itineranti che avevano trovato fortuna e fama in Francia, Svizzera e Inghilterra.
Erede di questo glorioso passato, Fornara, pittore divisionista profondamente legato a Giovanni Segantini e alla sua pittura di paesaggio, è stato anche uno straordinario ritrattista.
A lui si darà particolare rilievo con una serie di venti autoritratti – dal primo, realizzato a soli 15 anni, fino all’ultimo, quand’era ormai novantenne – che svelano lo spirito dell’intero tragitto artistico e umano del pittore. Accanto a essi, si troverà una galleria di personaggi, dipinti dallo stesso Fornara e da autori formatisi alla Scuola di Belle Arti della valle Vigezzo, quali Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Lorenzo Peretti Junior, Gian Maria Rastellini e altri.
Segue quindi una sezione nella quale vengono messi a confronto dieci ritratti, scelti tra i massimi esponenti dell’epoca di questo genere, da Gaetano Previati a Tranquillo Cremona, da Giovanni Segantini a Daniele Ranzoni, da Antonio Mancini a Giovanni Boldini, da Giuseppe Pellizza da Volpedo a Emilio Longoni ad Angelo Morbelli, a Pierre Troubetzkoy.
L’incontro tra Carlo Fornara e Giovanni Segantini, fondamentale per lo sviluppo della carriera del pittore ossolano, sarà riproposto attraverso il Bronzo di Segantini di Paolo Troubetzkoy, e il gesso dello scultore Emilio Quadrelli, che i visitatori ritroveranno riprodotto nel dipinto di Fornara, Mio studio, che chiude idealmente la mostra.
L’esposizione è un nuovo capitolo del processo di valorizzazione della Collezione Poscio, che si apre per la prima volta a contributi di altre raccolte private.